Analogico e digitale – Supporti musicali e Jazz

EDITORIALI

Il passaggio dal supporto analogico a quello digitale nei primi anni Ottanta decreta una fruizione differenziata da parte dei consumatori dell’offerta multi-stilistica nell’ambito musicale. In verità, fino a buona parte degli anni Novanta, prima dell’avvento della musica liquida e in streaming, i tre supporti, vinile, musicacassetta e cd che hanno in successione stabilito il modo di percepire e assimilare il prodotto musicale nel ‘900, continuano a sovrapporsi nella produzione discografica, veicolando le scelte, i gusti e le preferenze di semplici appassionati e audiofili. La  diffusione capillare del jazz italiano con un sempre maggiore riscontro di pubblico, a partire in prevalenza dalla metà degli anni Settanta, innesca la nascita di etichette discografiche specializzate in questo genere musicale e di conseguenza un aumento nel numero della produzione di dischi nel formato vinile, cassette e successivamente cd. Ogni label indipendente offre ai propri aficionados un catalogo formato da dischi dedicati a specifici stili o generi jazzistici: jazz tradizionale, free jazz, avantgarde, mainstream, jazz-rock e via dicendo.  Tra il novero di etichette fondate tra gli anni Settanta e l’inizio degli anni Duemila troviamo la Horo di Aldo Sinesio, Red Records di Sergio Veschi, Black Saint e Soul Note di Giacomo Pellicciotti e Giovanni Bonandrini, Splasc(h) di Peppo Spagnoli, Philology di Paolo Piangiarelli, Egea Records, CAM, (la label romana acquisisce l’intero catalogo della Soul Note, Black Saint e Dischi della Quercia, etichetta fondata da Giorgio Gaslini negli anni Settanta), ViaVeneto Jazz, Abeat, Caligola, Dodicilune. Molte di queste continueranno a stampare dischi in formato cd proponendo al contempo ristampe in vinile di lavori discografici, anche fuori catalogo da diversi anni, puntando ad un prodotto curato nella grafica e nel packaging. La produzione indefessa di queste realtà discografiche, alcune durate una manciata di anni, ha contribuito al lancio di intere generazioni di jazzisti, mettendo a loro disposizione crescenti opportunità e strumenti per rendere fruibile la loro musica.

Ritornando alla genesi ed evoluzione dei supporti musicali possiamo fissare l’inizio della moderna concezione della produzione e consumo del prodotto discografico su larga scala partendo dalla rivoluzione copernicana del long playing o 33 giri nel 1948, per merito della statunitense Columbia Records  (il nuovo supporto, detto anche “microsolco”, era stato preceduto negli anni ’20 del secolo scorso dal formato in ceralacca a 78 giri). Uno dei primi 33 giri pubblicati fu una raccolta di canzoni di uno dei vocalist più rappresentativi dello stile jazz mutuato dai musical di Broadway, Frank Sinistra. Nel 1970 la musicacassetta, nata qualche anno prima per gli apparecchi per la dettatura, inizia ad essere largamente utilizzata nell’ambito musicale. Gli apparecchi per la produzione delle musicacassette consentono anche la registrazione delle stesse; tale possibilità, correlata alla ridotta dimensione del supporto e conseguente facilità di trasporto, da luogo al proliferare di vere e proprie compilation casalinghe, ma anche della circolazione tra gli appassionati di bootleg di concerti. In molti casi queste registrazioni non ufficiali vengono realizzate in maniera professionale collegandosi direttamente all’ingresso del mixer installato in prossimità del palco. In altri casi si tratta di registrazioni amatoriali ottenute con stereo portatili muniti di microfono; in questo caso sono presenti il più delle volte evidenti rumori di sottofondo dovuti al pubblico presente e una bassa qualità della resa sonora. Tuttavia, le molteplici registrazioni su cassetta, amatoriali o professionali, di performance dal vivo di solisti o formazioni della scena jazz italiana in jazz club cittadini o festival del jazz costituiscono essenziali documenti per ricostruire la sfaccettata storia recente di questo genere musicale. La svolta digitale arriva nel 1982 con il lancio sul mercato del cd, supporto sviluppato congiuntamente dall’olandese Philips e la giapponese Sony. Negli anni a seguire si assiste all’aumento esponenziale di ristampe in cd di Lp di jazz italiano ed internazionale con l’aggiunta di take inedite o bonus track.

E’ indicativo, inoltre, che, negli anni Settanta e Ottanta, diverse iniziative editoriali dedicate al jazz includessero l’offerta al pubblico di materiale registrato in vinile e musicacassetta. La Fabbri Editore pubblica la collana “I grandi del Jazz” con vinile allegato e la rivista “Musica Jazz” dal 1981 (in seguito al passaggio della proprietà da Messaggerie Musicali alla Rusconi) adotta un’analoga strategia editoriale affiancando ad ogni numero un microsolco in catalogo o realizzato per l’occasione. Qualche anno prima la Mondadori aveva iniziato a produrre e pubblicare diverse collane di audiolibri su musicacassetta. Il materiale registrato consisteva di voci narranti di testi relativi a letteratura, poesia, storia, teatro, con l’aggiunta di musica registrata. Tra questi generi trova posto anche il jazz, con cinque musicacassette dedicate alla Storia del Jazz e un cofanetto di due musicacassette incentrate sulle Voci del Jazz, dal blues ai canti spirituali fino ad arrivare allo stile vocalese degli anni Cinquanta e Sessanta, curate entrambi dal critico musicale Arrigo Polillo.

Tutte queste pubblicazioni avranno un notevole riscontro di vendite contribuendo alla diffusione e divulgazione su larga scala della narrativa del jazz italiano e afro-americano attraverso musica e commenti. I supporti, prima analogici e poi digitali, avranno un ruolo determinante in tale processo informativo, ruolo che nonostante le ulteriori rivoluzioni tecnologiche  rimane imprescindibile.

Nota: il progetto dell’Archivio del Jazz a Roma si propone di restaurare e digitalizzare il materiale sonoro inciso su supporti analogici riguardante inedite registrazioni di concerti organizzati in diverse location italiane, donato da musicisti, giornalisti e critici musicali. La progettualità di tale iniziativa  prende le mosse dalla volontà di rendere disponibile a chiunque il materiale raccolto, in particolare alle nuove generazioni di studenti e appassionati e, inoltre, dalla necessità di salvaguardare un patrimonio sonoro di alto valore storico-musicale. 

Paolo Marra

Collegamenti esterni:

Etichetta Philology 
Etichetta CAM

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