Enrico Pieranunzi: returns and changes

EDITORIALS

Quartet by Enrico PieranunziDue importanti incisioni del pianista Enrico Pieranunzi prendono corpo nella seconda metà degli anni Settanta: “From Always to Now” e “Soft Journey”. Siamo nel bel mezzo di un cambio generazionale in seno al jazz italiano, dettato, in particolare a Roma, da un rinnovato fermento artistico e culturale. A tale proposito è bene evidenziare un aspetto che informa la prima parte della carriera di Enrico Pieranunzi: nonostante abbia solo ventotto è già considerato un affermato jazzista. Questo è dovuto soprattutto al fatto di aver condiviso negli anni precedenti il palco del Music Inn con numerosi jazzisti di fama internazionale di passaggio a Roma, ingaggiati da Pepito Pignatelli per suonare nel suo famoso jazz club. Tra questi figurano Sal Nistico, Kenny Clarke, Art Farmer e Johnny Griffin. Altro aspetto che distingue Enrico Pieranunzi dalla stragrande maggioranza dei jazzistici italiani dell’epoca è sicuramente il fatto di essere diplomato in pianoforte classico. Agli occhi dei giovani colleghi presenti ai suoi concerti quel pianista dall’aspetto serioso con tanto di occhiali e baffi dev’essere sembrato da subito la figura mancante in Italia del jazzista in grado di aprire un “terza via” nella quale coniugare il background classico all’improvvisazione di matrice afroamericana.

D’altra parte alcuni aspetti della nuova scena jazzistica italiana denunciano il vergine stato di un ambito musicale in cerca di affermazione al di fuori dell’enclave di aficionados della prima ora: per esempio l’esigua disponibilità sulla piazza romana di batteristi e contrabbassisti. Alla luce di ciò è facile comprendere il motivo per cui il pianista romano non si fa sfuggire l’occasione di far entrare nel suo trio un giovane ma già talentuoso batterista, Roberto Gatto, notato durante uno dei tanti concerti al Folkstudio, luogo di aggregazione della scena alternativa di Trastevere. L’altro componente del gruppo di Pieranunzi è il contrabbassista Bruno Tommaso: musicista eclettico, con alle spalle esperienze nella veste di strumentista e compositore in progetti di free jazz, musica contemporanea, medievale e rinascimentale, nonché insegnante nella neonata Scuola Popolare di Musica di Testaccio. Nel 1977 al trio si aggiunge Maurizio Giammarco: reduce dall’esperienza alla fine degli anni Sessanta col gruppo jazz-rock dei “Blue Morning”, nati nel quartiere Montesacro di Roma, il sassofonista collabora con diversi musicisti della musica sperimentale e del free jazz, come l’ecclettico ed esuberante sassofonista napoletano trasferitosi a Roma, Mario Schiano, per poi fondare il quintetto a suo nome con Giancarlo Maurino, Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e lo stesso Roberto Gatto.

“From Always to Now” viene registrato, con una formazione in trio e una in quartetto, nel luglio del 1978 presso gli studi Emmequattro di Roma dell’etichetta Edi-Pan del produttore Bruno Nicolai. Il lavoro discografico ha il pregio, tra l’altro, di contribuire ad un rinnovato interesse di pubblico e critica nei confronti dell’hard-bop, privato nel corso degli anni Settanta della dovuta visibilità a favore delle varie correnti avanguardistiche presenti nel grande alveo del free jazz europeo. Il brano di apertura del disco “Night Bird” dà subito la misura della capacità del pianista romano di personalizzare i caposaldi armonici e melodici del bop con invettiva, energia e straordinaria tecnica pianistica. Difatti il brano, composto dal pianista, diverrà negli anni un vero e proprio standard jazzistico, eseguito da numerosi jazzisti in tutto il mondo.

Un anno più tardi Enrico Pieranunzi si esibisce col trio formato da Riccardo Del Fra e Roberto Gatto nell’ambito del Festival Jazz di Macerata insieme a un ospite d’eccezione, il trombettista americano Chet Baker. Pochi mesi dopo i due si ritrovano agli Studi Emmequatrro per incidere in due sedute, tra dicembre 1979 e gennaio 1980, l’album “Soft Journey”. Con questa incisione si palesa una svolta nella cifra tecno-compositiva del pianista romano, dettata dalla ricerca dell’essenzialità di contrasto al torrenziale approccio hard-bop fino al quel momento espresso: ogni nota parla, racchiude una riflessione, racconta un momento o un’emozione sfuggente ispirata dall’universo poeticamente introspettivo del trombettista e vocalist americano seduto accanto a lui, in studio o sul palco. Il lavoro discografico, inoltre, documenta il primo incontro di Chet Baker in studio di registrazione con dei giovani musicisti della scena romana: oltre a Pieranunzi, Riccardo Del Fra al contrabbasso, Roberto Gatto alla batteria e Maurizio Giammarco al sassofono tenore.

Paolo Marra

Photo by Roberto Masotti

RELATED ITEMS JAZZ ARCHIVE

Recent Contributions

Stay in Tune

Download Jazz Up
The app dedicated to jazz music, borne by the Jazz Department of Saint Louis, is now available on digital stores!


Discover the events and stay up to date on the latest news from the Jazz department of Saint Louis!
Playings is not game

get on google play

App Store icon


ARCHIVE OF THE JAZZ CITY OF ROME
powered by Saint Louis College of Musicwww.saintlouis.eu