Jazz e Cinema Italiano – Piero Umiliani

EDITORIALI

Alla fine degli anni Cinquanta il regista Mario Monicelli gira il film I Soliti Ignoti, è l’inizio di un nuovo genere cinematografico, “la commedia all’italiana”, che avrà la sua massima realizzazione artistica e di consensi da parte di critica e pubblico nel decennio degli anni Sessanta e prima parte dei Settanta. Il regista romano per la colonna sonora della pellicola necessita di brani dal forte richiamo jazzistico, ispirati al bop e cool jazz, che possano far da sfondo all’accento proletario della pellicola; in una Roma neorealista farseschi personaggi si muovono tra miseri quartieri urbani in una condizione sociale al limite dell’indigenza, fatta di giornalieri espedienti tragicomici, miti americani e inevitabili sconfitte esistenziali. Bisogna tenere presente che la scelta di commentare musicalmente il film con brani jazz da parte di Monicelli era del tutto nuova nel panorama cinematografico dell’epoca, in cui Maestri, come Nino Rota e Carlo Rustichelli, si rifacevano per la scrittura di colonne sonore alla canzone popolare. A seguito del consiglio di un amico, Monicelli per dare seguito alla sua idea si rivolge ad un giovane pianista e compositore che da alcuni anni si sta mettendo in luce lavorando insieme ad Armando Trovajoli, Piero Umiliani.

Per la musica del film I Soliti Ignoti, composta e realizzata in soli quindici giorni (di cui alcuni brani verranno pubblicati dalla RCA in un Ep nel 1958), Umiliani si avvale di musicisti provenienti dal panorama del jazz italiano ed estero: i trombonisti Bill Gilmore e Mario Midana, il sassofonista baritono Gino Marinacci, il sassofonista contralto Baldo Maestri, il contrabbassista Berto Pisani, il trombettista Chet Baker e diversi altri. In conseguenza di ciò, I Soliti Ignoti è di fatto la prima pellicola italiana ad utilizzare una colonna sonora composta da temi dalla forte connotazione jazzistica. Ne è un esempio il celeberrimo brano “Blues For Gassman”, dedicato al personaggio di Peppe “er Pantera”, interpretato magistralmente dall’attore Vittorio Gassman (tra gli altri interpreti della pellicola troviamo Totò, Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Tiberio Murgia, Carlo Pisacane, Memmo Carotenuto).

Piero Umiliani metterà la sua pregressa preparazione jazzistica a servizio di altre pellicole di quel periodo: Audace Colpo dei Soliti Ignoti, Urlatori alla Sbarra (nel quale compare Chet Baker nelle veste di attore), Labbra Rosse, A cavallo della Tigre, Nuovi Angeli, Smog, L’Amore Difficile, Una Bella Grinta.

Piero Umiliani aveva iniziato a muovere i primi passi nel panorama jazz durante la Seconda Guerra Mondiale, a Firenze, dove era nato. Tale passione e dedizione nei confronti del jazz, ancora non largamente  diffuso in Italia, viene mutuata dal giovane Piero dall’ascolto di brani di Duke Ellington e di altri musicisti americani degli anni Trenta e Quaranta trasmessi dalla Radio Svizzera durante il conflitto (alla fine della guerra, come molti altri, scoprirà la musica afro-americana attraverso i V-disc, dischi destinati alle truppe di stanza in Europa e diventati, in poco tempo, veicolo di diffusione musicale presso la popolazione liberata dal nazi-fascismo). Spostatosi a Milano, Umiliani ha l’opportunità di mettersi in evidenza come brillante ed elegante pianista nell’ambito della nascente scena jazz del capoluogo lombardo. Incide diversi dischi col Quintetto Basso-Valdambrini, Gil Cuppini, Roberto Nicolosi, Attilo Donadio ed altri. Dopo gli studi al Conservatorio Cherubini di Firenze, dove si diploma in contrappunto e fuga, e aver formato un ottetto, con cui riscuote consensi positivi da parte della critica, viene chiamato da Armando Trovajoli a Roma per ricoprire il ruolo di arrangiatore. La svolta arriva per il pianista fiorentino con la realizzazione della musica per il  documentario dei fratelli Taviani “Pittori in Città“, del 1954. Da quel momento Umiliani si dedicherà soprattutto all’attività di compositore e arrangiatore di colonne sonore, una produzione che comprende oltre 150 commenti per film nell’arco di una carriera decennale.

Alla fine degli anni Sessanta, Piero Umiliani, apre in Via Trionfale a Roma il Sound Work Shop, studio di registrazione all’avanguardia progettato dallo storico ingegnere del suono Paolo Ketoff. Continua ad incidere colonne sonore e musiche di sonorizzazioni per documentari, trasmissioni televisive e telegiornali della RAI, introducendo nelle sue composizioni elementi di musica elettronica, ambient, folk-rock. L’intera produzione musicale viene pubblicata da diverse etichette indipendenti da lui stesso fondate, Sound Work Shop, Omicron, Liuto Records e altre. Il tema del film “Svezia, inferno, paradiso” (1968), del regista Luigi Scattini, dal titolo “Mah nah mah nah”, caratterizzato da un’immediatezza melodica divertita, diviene un successo mondiale, grazie in modo particolare al rifacimento del brano da parte del cantante-comico francese Gabriel Salvador e per il suo utilizzo in famose trasmissioni televisive, come lo spettacolo di varietà statunitense Muppet Show. Il pianista e compositore fiorentino in quel periodo continua a confrontarsi con progetti dal sapore jazzistico: per la serie “Jazz a Confronto”(licenziata dall’etichetta Horo del produttore Aldo Sinesio) incide un disco con composizioni  di Duke Ellington e Billy Strayhorn, arrangiati per l’occasione ed eseguiti dall’Orchestra della RAI. Inoltre, incide il disco “Piccola Jam”, al quale partecipa una folta schiera di esponenti del jazz italiano e, infine, “Sequenze ritmiche”, composizione eseguita con l’orchestra formata, tra gli altri, dai sassofonisti Marcello Boschi, Gino Marinacci, Livio Cerveglieri e il contrabbassista Beppe Carta, contenuto nel disco “40 Anni di Jazz in Italia” , a cura di Adriano Mazzoletti.

Paolo Marra

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