Il sassofonista e compositore Mario Schiano (1933 – 2008), tra gli iniziatori principali del free jazz e musica d’avanguardia in Italia, inizia a suonare il sassofono alla fine degli anni Cinquanta. Napoletano di nascita trova a Roma a metà degli anni Sessanta l’ambiente artistico ideale per assecondare il suo interesse nei riguardi del movimento della controcultura americana di scrittori come Allen Ginsberg. Nella Capitale si esibisce al Folkstudio, al teatro sperimentale Beat ’72 e al Teatro Belli. Nel 1966 fonda il “Gruppo Romano Free Jazz”, in cui militano Giancarlo Schiaffini, Franco Pecori e Marcello Melis. Nel giugno dell’anno seguente la formazione incide il primo album dal titolo “Gruppo Romano Free Jazz – 1966-67”. Nel 1970 Mario Schiano incide il suo primo album “If Not Ecstatic We Refound”, con il contrabbassista Bruno Tommaso e il batterista Franco Pecori. Nel 1973 è la volta del lavoro discografico “Sud”, realizzato con una big band, un ottetto e un quintetto. Nelle tre formazioni figurano numerosi giovani musicisti che frequentano in quel periodo il corso di jazz di Giorgio Gaslini al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Nel corso degli anni Mario Schiano si rivelerà un ottimo talent scout di giovani talenti del jazz italiano, chiamati a far parte dei suoi variegati progetti; tra questi, Massimo Urbani, Maurizio Giammarco, Bruno Tommaso, Danilo Terenzi. In “Sud” la lettura da parte del sassofonista del free jazz afro-americano e della musica folklorica italiana è attuata attraverso una personale propensione artistica per il surreale, il beffardo, l’avanspettacolo e la figura ribelle ed irriverente della maschera napoletana di Pulcinella. Una cifra espressiva libera e disinibita, legata all’ideologia marxista e portavoce delle istanze degli emarginati del Sud Italia, che Schiano con sottile intelligenza porterà avanti durante l’intero arco della sua carriera, attirandosi, in particolare nei primi anni di attività, l’ostracismo da parte di critica e istituzioni.
Tra il 1974 e il 1975 incide gli album “Partenza di Pulcinella Per la Luna” e “Perdas de Fogu”, quest’ultimo realizzato negli Stati Uniti con il contrabbassista Marcello Melis, il pianista Don Pullen, il chitarrista Bruce Johnson, il percussionista Ray Mantilla, il batterista Jerome Cooper e la cantante Sheila Jordan. Nello stesso periodo da vita alla rassegna dedicata al jazz d’avanguardia “Controindicazioni”, allestita a Penne, piccolo paese vicino Pescara. Negli Ottanta e Novanta continua a dedicarsi al free jazz, aprendosi maggiormente alla musica sperimentale e d’avanguardia europea. Tra le tante produzioni musicali del sassofonista si possono citare quella con il collettivo formato da Guido Mazzon, Toni Rusconi, Renato Geremia, Bruno Tommaso e Giancarlo Schiaffini, col quale incide nel 1986 il disco “Unrepentant Ones”, e con l’Italian Instabile Orchestra, con cui si esibisce in concerto in tutta Europa.
Discografia essenziale: If Not Ecstatic We Found (1970 – Cedi), Sud (1973 – Tomorrow), Jazz a Confronto 8 con Giorgio Gaslini (1974 – Horo), On The Waiting-List (1974 – King Universal), Partenza di Pulcinella Per la Luna (1975 – RCA), Perdas De Fogu (1975 – RCA), Old Fashioned con Antonello Salis (1978 – Carosello), The Unrepentant Ones (1986 – Fonit Cetra), Unlike (1990 – Splasc(H) Records), Original Sins 1967/70 Unreleased (1992 – Splasc(H) Records), Skies Of Europe con l’Italian Instabile Orchestra (1995 – ECM Records)