Articolo apparso sulla rivista settimanale “Panorama” (1975) a firma di Lidia Ravera riguardante la Scuola Popolare di Musica di Testaccio.
L’articolo si sofferma sull’apertura della Scuola Popolare di Musica di Testaccio all’insegnamento del jazz come veicolo di improvvisazione collettiva, creativa e di conseguente rottura con radicate regole all’interno delle istituzioni accademiche. Accanto ai laboratori di improvvisazione jazzistica e composizione sperimentale ci sono lo studio degli strumenti tradizionali, storia della musica e lezioni di etnomusicologia. L’aspetto peculiare della SPMT è quello di rappresentare una realtà didattica aperta a tutti senza distinzione sociale o di preparazione teorica con corsi semi-gratuiti tenuti da insegnanti in prevalenza di estrazione jazzistica.
Contributo condiviso da Maurizio Giammarco
