I segreti del BOTTLENECK è giunta l’ora di imbracciare, fisicamente e metaforicamente, due grandi strumenti del Blues, ovvero una chitarra resofonica e un cosiddetto bottleneck, ovvero quel cilindro in vetro, ceramica o metallo utilizzato per suonare la chitarra slide e il cui nome deriva proprio dai colli di bottiglia originariamente tagliati e smussati dai vecchi bluesman a tale scopo. Parlando di resofonica, chitarra a risuonatore detta anche Dobro dal nome dei suoi stessi inventori, è lo strumento che si abbina naturalmente nel Blues all’uso del bottleneck.
I due, insieme, danno luogo a quel tipico suono che è stato registrato in migliaia di dischi e che all’inizio si poteva ascoltare per le strade degli Stati del Sud americani.
Come abbiamo detto, i bottleneck possono essere realizzati in vari materiali e a seconda di quale scegliamo il suono cambia, a volte non poco. Marco Manusso oggi ci darà qualche indicazione pratica a questo proposito, anche se poi trattandosi di un oggetto che deve stare saldamente ancorato al nostro dito, la sua scelta diventa un fatto molto personale. E ovviamente, si possono avere più tipologie di bottleneck, a seconda della chitarra che utlizziamo, al di là del dobro ad esempio un’acustica oppure un’elettrica.
I segreti del BOTTLENECK, detto ciò, vedremo anche quali sono i principi cardine dell’uso del bottleneck, per evitare rumori indesiderati e un brutto suono.