Domus del 123 d.C nei sotterranei del Saint Louis
Negli ambienti sotterranei che si sviluppano sotto i locali di via baccina del Saint Louis, durante i lavori di ristrutturazione della sede, sono state riportate alla luce strutture murarie antiche, in particolare una Domus Romana: un grande patrimonio risalente al I secolo d.C. ricco di mosaici, mura ottimamente conservate e persino un affresco. Il Saint Louis ha avviato il progetto di recupero della Domus, al fine di renderla fruibile agli studiosi e al pubblico.
Lungo Via del Grifone si susseguivano una serie di ambienti riconducibili, sulla base delle caratteristiche edilizie, a strutture commerciali e magazzini, posti al pian terreno di un grande edificio, verosimilmente una delle insule che le fonti antiche ci ricordano caratterizzare quest’area della Suburra. Le stanze, che si sviluppavano parallele all’asse stradale di Via Baccina, presentano sulle pareti in opera laterizia, tracce delle porte e delle finestre che furono obliterate da interventi successivi. La copertura, realizzata con volte a botte, è completamente scomparsa ma le sue tracce si conservano in modo molto evidente sulle pareti più interne, insieme a parte delle murature del piano superiore.


Negli ambienti adiacenti, solo parzialmente indagati fino al piano pavimentale, si riconoscono invece strutture con funzione abitativa di un certo pregio, risalenti all’età antonina.
Una grande stanza rettangolare, coperta con volta a botte e con ampie aperture sulle pareti lunghe, conserva ampi tratti della pavimentazione musiva originale ad esagoni bianchi e rombi neri alternati, mentre si conservano in situ alcune formelle in giallo antico, palombino, ardesia e bigio antico del pavimento in opus sectile con lo stesso motivo decorativo del mosaico, che caratterizzava lo spazio compreso tra le aperture.
In un secondo ambiente, con pavimento a mosaico decorato con motivo a scacchiera di quadrati alternati bianchi e neri, risaltano, sulla decorazione pittorica ad affresco conservata su due delle pareti originali, partiture con motivi decorativi floreali e la figura di un piccolo uccello.
Dall’analisi di alcuni mattoni utilizzati per la costruzione della rete fognaria originale si è riscontrato una sorta di “marchio di fabbrica” indicante oltre al produttore anche il nome dei Consoli in carica, ossia Paetino e Aproniano. Questa indicazione consente di definire l’anno esatto di produzione, trattandosi del consolato del 123 d.C. ma ovviamente avremo certezze al riguardo una volta terminati gli studi da parte della Soprintendenza Archeologica.
