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Simone Maggio | Winds in tunes

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Category: Jazz collection, PUBBLICAZIONE 2009

Simone Maggio | Winds in tunes le dodici tracce sono accomunate per lo più da un clima gelido e notturno ma presentano bei momenti improntati sugli intrecci sonori dei due bravi esecutori che, con acceso lirismo, dipingono momenti altamente poetici e di grande qualità.

Simone Maggio | Winds in tunes è un progetto originale in cui composizione e improvvisazione si fondono. E’ nato dall’amicizia di due artisti, Simone Maggio e Emanuele Melisurgo, e da un comune intento volto alla ricerca di un suono intonato con l’essenza umana, di un suono autentico.

Winds in Tunes è un progetto originale in cui composizione e improvvisazione si fondono. E’ nato dall’amicizia di due artisti, Simone Maggio e Emanuele Melisurgo, e da un comune intento volto alla ricerca di un suono intonato con l’essenza umana, di un suono autentico.

“Diciamo che l’ingrediente principale di questo progetto è l’amicizia. Ci siamo conosciuti ed è nato un sincero scambio di idee e di esperienze che nel tempo si è evoluto in quello che oggi è il progetto “Winds in Tunes”. In realtà noi, senza saperlo, abbiamo saputo attendere che la musica arrivasse da sola, sentivamo che un giorno sarebbe accaduto e cosi è stato e ci riteniamo fortunati per questo. Prima di arrivare e decidere di incidere il disco abbiamo condiviso molto esperienze, umane e musicali: ci sono stati concerti, spettacoli teatrali e anche lunghi periodi di “silenzio”… coltivando una sintonia che è sempre stata presente.

Ci stiamo provando…”
Simone Maggio

La produzione

Il percorso musicale è sempre comunque tenuto sotto controllo e nello stesso tempo partecipato. Si alternano la riflessiva delicatezza ma anche al dinamismo ritmico e anche alla pulizia sonora e di pensiero. Su questi scenari intervengono i sassofoni di Melisurgo che pur evocando spesso lontani richiami, sanno mantenere una buona dose di originalità e di personalità regalando momenti ora incalzanti, ora distesi in fraseggi molto lineari. Le sonorità ben definite e in un gioco di contrasto con l’incalzare del pianoforte.

Simone Maggio mette invece in campo tutta la sua competenza pianistica, esibendo un tocco prevalentemente calibrato e accademico, ma nella verve improvvisativa, nella dinamica del fraseggio e in certe fasi più percussive dimostra di avere dimestichezza anche con lo spirito del blues e con il linguaggio del jazz. L’intesa tra i due musicisti è perfetta. Gli strumenti si cercano e si trovano sempre meravigliosamente, s’intrecciano, si sfiorano, si tuffano in danze ora dolcissime ora graffianti, si inerpicano in territori inesplorati e dalle armonie ardite.

Il risultato finale è senza dubbio molto interessante, ben strutturato e realizzato con meticolosa cura ed attenzione fin nei minimi particolari.