
Violinista e compositrice, attiva soprattutto in ambito jazz, Anais Drago, classe 1993, è un esempio di donna affermata nel mondo della musica.
Lo conferma l’impegno che la sta portando a Helsinki, in qualità di tutor di un progetto per giovani ensemble, promosso dal Saint Louis College di Roma.
Occorre creare modelli «Mi ritengo fortunata —commenta — perché sono nata in un periodo in cui per una donna è più facile, rispetto al passato. Quello del jazz è un mondo molto maschile e mascolino nelle sue espressioni. Forse mi ha aiutata il fatto di suonare il violino, strumento un po’ atipico per questo genere di musica e unisex. Su altri strumenti rimane ancora il preconcetto culturale e quindi la sorpresa quando si scopre che a suonarli sono donne.
Nell’ensemble che sto seguendo a Helsinki alla batteria c’è una ragazza. Credo che l’ulteriore passo avanti sia questo, creare dei modelli, ovvero far vedere che esistono donne che suonano la batteria e che ciò non ha nulla di sorprendente».
Rispetto al tema della presenza di donne in ruoli e ambiti a lungo prerogativa maschile e all’attenzione di cui è oggetto, Anais Drago invita a mantenere un equilibrio: «L’interesse è positivo, ma il tema è delicato e occorre fare attenzione a non ribaltare la situazione.
C’è il rischio che, trovandosi in uno di questo contesti, una donna si chieda ” sono qui perché sono brava o perché sono una donna?” Insomma, non bisogna dimenticare che vanno sempre premiate qualità e capacità. Per fortuna la musica è proprio uno di quegli ambiti in cui non si può barare: se non sei bravo si capisce».
La violinista biellese, che è anche ideatrice e leader di diversi progetti musicali, sottolinea l’importanza della serietà e dell’impegno: «Sono una perfezionista, credo sia l’attenzione che metto nelle cose che faccio a rendermi autorevole».
S. RO.
Infostampa S.r.I.s.